Rilancio Minimo Nelle Aste Immobiliari
Spesso i clienti ci chiedono qual è il rilancio minimo da fare nelle aste.
È importante sapere che il rilancio minimo è indicato nell’avviso di vendita.
Quando partecipiamo a un’asta e abbiamo letto e interpretato l’avviso di vendita, conosciamo già i rilanci minimi, che di solito sono di 5.000 euro, 1.000 euro o 300 euro. A partire da questi valori, dobbiamo sviluppare una strategia per i successivi rilanci.
Tuttavia, non è obbligatorio rilanciare esattamente del valore del rilancio minimo.
Ad esempio, se l’offerente precedente ha offerto 100.000 euro, non è necessario rilanciare esattamente 102.500 euro se vogliamo continuare a rilanciare. Possiamo fare rilanci di 10.000 euro, 6.000 euro o qualsiasi importo superiore al rilancio minimo.
Nelle aste in presenza, possiamo alzare la mano e comunicare l’importo preciso che vogliamo offrire.
Quando rilanciamo, dobbiamo comunicare il massimo prezzo che siamo disposti a pagare per l’immobile. Ad esempio, se l’importo indicato è di 200.000 euro, non dovremmo scrivere o dire a voce 3.000 euro, ma 203.000 euro.
Alcuni portali online permettono anche di inserire i decimali, mentre altri no. Tuttavia, questo aspetto non è influente, in quanto il valore decimale non determina l’acquisto di una casa. A volte, ci sono aste in cui posso fare un’unica offerta segreta entro un certo periodo di tempo. In questo caso, potrebbe avere senso inserire decimali, ad esempio offrendo 100.167,66 euro, mentre l’altra persona ha offerto solo 101.000 euro. Potremmo vincere l’asta perché abbiamo offerto un centesimo in più.
Questo potrebbe avere senso non solo nelle offerte segrete, ma anche negli ultimi rilanci quando si raggiunge il limite di prolungamento dell’asta. In base all’avviso di vendita e al timer, potrebbe essere utile fare un’offerta con cifre decimali, in modo che l’altro partecipante debba riformulare l’offerta che stava per fare.